L’origine mitologica dell’eco

A tutti noi sarà sicuramente capitato, almeno una volta, di avere a che fare con quel particolare fenomeno fisico chiamato “eco”, causato dalla riflessione delle onde sonore che cozzano contro un ostacolo, per giungere di nuovo all’orecchio della persona che le ha emesse, che a sua volta le percepisce in modo più o meno simile al suono originale, anche se ad una certa distanza.

Se questa, però, è la spiegazione puramente scientifica, ne esiste anche un’altra, che non è propriamente una spiegazione, quanto invece un vero e proprio mito appartenente alla cultura greco-antica.

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Poveglia, l’isola maledetta

Poveglia è un’isola del sud della laguna, che collega la bocca di porto di Malamocco con Venezia.

Con una superficie di 7,25 ettari, si classifica come un’isola piuttosto grande del canale lagunare.
Questo posto è stato ed è tuttora fonte folkloristica di leggende, che hanno dato vita ad inquietanti dicerie.

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Il fantasma di Azzurrina

L’Emilia Romagna, terra famosa per il suo mare, il suo cibo ed i suoi divertimenti, è anche celebre per le sue bellezze storiche, sicuramente interessanti dal punto di vista culturale….ma non solo.

Su uno dei castelli più famosi della regione, il castello di Montebello (Rimini), si narra infatti un’inquietante leggenda, che vede per protagonista la piccola Guendalina Malatesta, figlia dei proprietari dell’epoca, misteriosamente scomparsa nel XIV secolo.

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La tradizione della Giubiana

La Giubiana è una festa tradizionale della Lombardia (ma ripresa anche in Piemonte), che si celebra annualmente l’ultimo giovedì di gennaio, poco prima od in concomitanza dei cosiddetti “giorni della merla”, quelli finali del mese e tradizionalmente ritenuti i più freddi dell’anno.

Nel giorno in questione, nelle piazze principali dei vari paesi, si accendono enormi falò, sui quali viene bruciato un fantoccio di sembianze femminili, che rappresenterebbe appunto questo fantomatico personaggio, la Giubiana.

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Nutella Ferrero

 La storia di questa mitica azienda comincia in tempi lontani, per la precisione nel periodo della seconda guerra mondiale; in questo momento la scarsità delle risorse fa nascere nella mente di Pietro Ferrero, proprietario di una piccola fabbrica dolciaria, un’idea che diventerà la sua fortuna, usare come elemento principale per la produzione di dolci, un alimento abbondante nel territorio piemontese: le nocciole.

Il suo piccolo laboratorio di Alba comincerà a produrre nel 1946 la Pasta Gianduia, una crema di nocciole da spalmare divisa in panetti, una sorta di antenato della Nutella. Il successo è strepitoso e la Ferrero comincia a espandere la sua produzione. Col passare del tempo e con la crescita della fama dei suoi prodotti, l’azienda apre stabilimenti in diverse zone d’Italia e nel resto del mondo, con succursali in Francia, Germania, Olanda, Grecia, Russia, ecc. Non a caso, oggi, nella classifica dei più ricchi del mondo stilata da Forbes per il 2008, Michele Ferrero (figlio dei fondatori dell’impresa, oggi ottantenne) risulta il più ricco italiano del pianeta. Mica male per un’azienda che aveva cominciato come piccolo stabilimento dolciario ad Alba.

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Vespa Piaggio

 “Sembra una vespa!”. Così esclama Enrico Piaggio” proprietario della storica azienda fondata a Genova nel 1884 al momento di testare il suo gioiello, esempio di grande immaginazione e risposta a un bisogno reale.
La Vespa nasce infatti nel secondo dopoguerra, in un’Italia distrutta dai bombardamenti e con le vie di comunicazione impraticabili, che scoraggiano lo sviluppo immediato del mercato automobilistico.

Primario diviene quindi il bisogno di mobilità , a cui Piaggio risponde con un veicolo semplice, robusto e al tempo stesso elegante e fortemente connotato stilisticamente, che può essere guidato facilmente anche dalle donne. Il progettista è Corradino D’Ascanio, ingegnere aeronautico che realizzò anche i primo elicottero moderno..

Dal primo modello, messo in commercio nel 1946 in 15 esemplari, ne è stata fatta di strada, tutta documentata al Museo Piaggio di Pontedera. Qui, dopo un glorioso tour mondiale, che ha toccato tappe come il Guggenheim di New York e il Pompidou a Parigi, è tornata a casa la Vespa più preziosa al mondo, quella che Salvador Dalì decorò nel 1962.
Attraverso la valorizzazione della Vespa l’arte e la cultura con quel gusto riconosciuto nel mondo come “Italian Style” che tanto ha caratterizzato gli anni di Felliniana memoria, quando Anita Ekberg rimase stregata da quell’atmosfera definita come Dolce Vita italiana. Anche ieri come oggi la Vespa è protagonista di uno stile di vita, uno stile che oggi è diventato mito.

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