ALEMANNO VUOLE “PENA ESEMPLARE”
Maricica Hahaianu è morta il 15 ottobre 2010 al policlinico Casilino di Roma: una settimana prima aveva ricevuto un pugno in faccia da un ventenne italiano, Alessio Burtone; l’aveva mandata in coma dopo una lite per un motivo futile: la fila al tabaccaio della stazione metro Anagnina.
Gli ultimi istanti della vita cosciente dell’infermiera, che non rivedrà mai più i suoi figli, sono stati immortalati da una telecamera di sicurezza. Il giovane ha provato a scusarsi, protetto da amici e famiglia sulla stampa locale e nazionale, dicendo di essere stato aggredito per primo e di aver agito per paura. Dal video diffuso dai media si evince che la donna, dopo una spintarella e un diverbio oramai finito, riceve prima uno sputo e poi la spropositata reazione cadendo a terra: non si rialzerà più sulle sue gambe. Qualunque sia la giustificazione del giovane, e qualunque sarà il giudizio che emetteranno i giudici sull’aspetto penale della vicenda, resta l’indignazione per il suo comportamento, che lede l’immagine della città di Roma e dell’Italia intera: dopo l’eccesso di violenza, al prezzo di una vita umana, è scappato senza prestare soccorso, ma con la preoccupazione di recuperare prima i volantini che aveva perso, strumenti del suo lavoro. Erano più importanti dei volantini che il corpo esanime di una donna.
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