Cronache
Palermo, “Cittadinanza per la magistratura”
Chi ha ucciso Vittorio Arrigoni?
A nutrire antipatie verso il cooperante volontario non c’erano solo i fondamentalisti islamici che lo accusavano di diffondere i “valori occidentali”: anche l’estrema destra filoisraeliana lo teneva “sotto tiro” e un sito americano, specializzato in dossier per esercito e spie israeliani, aveva diffuso un dossier in cui lo bollava come fiancheggiatore di Hamas. Ma Arrigoni si è schierato contro Hamas: ha denunciato sulla stampa e sul suo blog (“guerrilla radio”) le violazioni dei diritti umani commesse anche da questi ultimi.
Incendio a Milano: un morto e otto feriti
Palermo, “Un patto tra istituzioni e imprese per la legalità”
Pantelleria, morte due migranti
Attentato Belpietro? Pm chiedono l’archiviazione
Precari in piazza: “Il nostro tempo è adesso”
Palermo, “Riprendiamoci il maltolto – rimborso Tarsu”
Immigrazione, sbarchi a Lampedusa e Pantelleria
Intascano pensione di 120enne morto per 22 anni
“Roma Capitale” costituita parte civile per “Maricica”
Maricica Hahaianu è morta il 15 ottobre 2010 al policlinico Casilino di Roma: una settimana prima aveva ricevuto un pugno in faccia da un ventenne italiano, Alessio Burtone; l’aveva mandata in coma dopo una lite per un motivo futile: la fila al tabaccaio della stazione metro Anagnina.
Gli ultimi istanti della vita cosciente dell’infermiera, che non rivedrà mai più i suoi figli, sono stati immortalati da una telecamera di sicurezza. Il giovane ha provato a scusarsi, protetto da amici e famiglia sulla stampa locale e nazionale, dicendo di essere stato aggredito per primo e di aver agito per paura. Dal video diffuso dai media si evince che la donna, dopo una spintarella e un diverbio oramai finito, riceve prima uno sputo e poi la spropositata reazione cadendo a terra: non si rialzerà più sulle sue gambe. Qualunque sia la giustificazione del giovane, e qualunque sarà il giudizio che emetteranno i giudici sull’aspetto penale della vicenda, resta l’indignazione per il suo comportamento, che lede l’immagine della città di Roma e dell’Italia intera: dopo l’eccesso di violenza, al prezzo di una vita umana, è scappato senza prestare soccorso, ma con la preoccupazione di recuperare prima i volantini che aveva perso, strumenti del suo lavoro. Erano più importanti dei volantini che il corpo esanime di una donna.