Continua la guerra civile in Libia. Stamattina, i carri armati degli uomini di Gheddafi sono entrati in piazza, a Zawyia, situata a 40 chilometri a ovest da Tripoli, e hanno aperto il fuoco sulla gente. Il bilancio, secondo fonti sanitarie locali, è di almeno sette morti e decine di feriti.
“I carri armati si sono ritirati e il centro della città è ancora nelle nostre mani – ha dichiarato Mohammed Salem ad ‘al-Jazeera’ – dopo una violenta battaglia”, durata circa quattro ore. Abdel Jabbar al-Zawi, altro esponente degli insorti, dà il bilancio delle vittime: “Negli scontri di oggi sono morti 25 rivoltosi e otto soldati di Gheddafi. Altri tre soldati sono stati invece catturati. I rivoltosi hanno distrutto quattro carri armati e diversi veicoli militari che erano entrati nel centro della città”.
Almeno 27 morti a Bengasi: è il bilancio dei raid aerei compiuti nella notte dai caccia libici. Secondo ‘al-Arabiya’, i caccia hanno preso di mira alcuni depositi di armi presenti nell’area di Wadi al-Qatara. I caccia hanno anche colpito l’aeroporto della città e altri obiettivi considerati importanti per i rivoltosi. Intanto, da Tripoli le autorità libiche chiedono in una lettera che vengano sospese le sanzioni approvate dall’Onu “in attesa che si accerti la verità”.
Serena Marotta
“I carri armati si sono ritirati e il centro della città è ancora nelle nostre mani – ha dichiarato Mohammed Salem ad ‘al-Jazeera’ – dopo una violenta battaglia”, durata circa quattro ore. Abdel Jabbar al-Zawi, altro esponente degli insorti, dà il bilancio delle vittime: “Negli scontri di oggi sono morti 25 rivoltosi e otto soldati di Gheddafi. Altri tre soldati sono stati invece catturati. I rivoltosi hanno distrutto quattro carri armati e diversi veicoli militari che erano entrati nel centro della città”.
Almeno 27 morti a Bengasi: è il bilancio dei raid aerei compiuti nella notte dai caccia libici. Secondo ‘al-Arabiya’, i caccia hanno preso di mira alcuni depositi di armi presenti nell’area di Wadi al-Qatara. I caccia hanno anche colpito l’aeroporto della città e altri obiettivi considerati importanti per i rivoltosi. Intanto, da Tripoli le autorità libiche chiedono in una lettera che vengano sospese le sanzioni approvate dall’Onu “in attesa che si accerti la verità”.
Serena Marotta