La sua pagina ufficiale di Facebook è un’esplosione di auguri: stamattina Gianna Nannini è diventata mamma. La rocker senese ha partorito alla clinica “Mangiagalli” di Milano. “Ti chiamerò Penelope perché mi hai aspettato tanto prima di nascere. Hai aspettato che fossi pronta. Per tre volte non lo sono stata, ma oggi lo sono – scrive la rocker nella lettera pubblicata da “Vanity Fair”, che le ha dedicato la copertina poche settimana fa -. Tu, il più grande amore della mia vita, arrivi dopo il dolore profondo e lo shock. Ma ci ho creduto pienamente, e ho sentito la forza per riuscirci, e ti ho desiderata così tanto che oggi, mentre ti scrivo, ti ho dentro di me”.
La notizia della gravidanza, rivelata a fine agosto dal settimanale “Chi”, aveva dato il via ad una serie di polemiche sull’opportunità di diventare madre a 54 anni. Polemiche alle quali la cantante ha risposto con una lettera d’amore dedicata alla sua bimba: “Eccomi, sono un “caso”… all’improvviso tutti si sono dimenticati della libertà, e del diritto che ha ciascuno di noi di fare quello che vuole, quando vuole e con chi vuole… Ho sentito tanta gente che ha vissuto questa notizia, assieme a me, con esultanza e brivido. Li ho sentiti vicini, mi hanno dato la forza necessaria per non rispondere… E li ringrazio di gran cuore, perché mi hanno permesso di non perdere mai di vista la cosa più importante: la mia bambina.
Così come non ringrazio affatto chi mi ha dato contro… chi, invece che cercare di capire, ha preferito giudicare, puntare il dito e criticare. Perché le dita puntate addosso le ho da una vita, e forse qualche errore l’ho commesso. Ma se c’è una cosa che so, Penelope, è che tu sei tutto, però non sei un errore».
Serena Marotta
La notizia della gravidanza, rivelata a fine agosto dal settimanale “Chi”, aveva dato il via ad una serie di polemiche sull’opportunità di diventare madre a 54 anni. Polemiche alle quali la cantante ha risposto con una lettera d’amore dedicata alla sua bimba: “Eccomi, sono un “caso”… all’improvviso tutti si sono dimenticati della libertà, e del diritto che ha ciascuno di noi di fare quello che vuole, quando vuole e con chi vuole… Ho sentito tanta gente che ha vissuto questa notizia, assieme a me, con esultanza e brivido. Li ho sentiti vicini, mi hanno dato la forza necessaria per non rispondere… E li ringrazio di gran cuore, perché mi hanno permesso di non perdere mai di vista la cosa più importante: la mia bambina.
Così come non ringrazio affatto chi mi ha dato contro… chi, invece che cercare di capire, ha preferito giudicare, puntare il dito e criticare. Perché le dita puntate addosso le ho da una vita, e forse qualche errore l’ho commesso. Ma se c’è una cosa che so, Penelope, è che tu sei tutto, però non sei un errore».
Serena Marotta