I riflettori adesso sono puntati su Valentina Misseri, l’altra figlia di Michele Misseri, reo confesso dell’omicidio della nipote Sarah Scazzi e principale accusatore della figlia, Sabrina Misseri. Per due volte, in questi giorni, è andata a trovare il padre in carcere a Taranto.
L’altro ieri, dopo il secondo incontro con il padre, ha deciso di rompere il silenzio: “Ho delle rivelazioni clamorose – ha detto Valentina – che devo riferire al colonnello Russo e ai magistrati”. In più, durante il lungo colloquio con il padre, la ragazza gli avrebbe anche consigliato di lasciare stare la difesa d’ufficio e di nominare invece un avvocato di fiducia.
Intanto dalle indagini emergono nuovi dettagli. Uno, per esempio, sarebbe quello del messaggio inviato da Sabrina all’amico Ivano trenta minuti dopo l’assassinio della cugina Sarah: il telefonino di Sabrina alle 15.19 del 26 agosto, ha agganciato una cella telefonica, che ricade nel Comune di Nardò, in località “Fattizze”. Si tratta della stessa cella che capta il segnale del cellulare di suo padre Michele, il quale in un interrogatorio ha dichiarato agli inquirenti che, a quell’ora, stava nascondendo il cadavere della nipote nel pozzo in contrada “Mosca”.
Al contrario Sabrina – durante l’interrogatorio del 15 ottobre scorso – ha affermato che, in quel momento, si trovava con l’amica Mariangela. Tuttavia, il cellulare dell’amica, alla stessa ora di quel pomeriggio del 26 agosto, secondo gli investigatori, è stato agganciato da un ripetitore telefonico diverso da quello che capta il segnale del cellulare di Sabrina.
Serena Marotta
L’altro ieri, dopo il secondo incontro con il padre, ha deciso di rompere il silenzio: “Ho delle rivelazioni clamorose – ha detto Valentina – che devo riferire al colonnello Russo e ai magistrati”. In più, durante il lungo colloquio con il padre, la ragazza gli avrebbe anche consigliato di lasciare stare la difesa d’ufficio e di nominare invece un avvocato di fiducia.
Intanto dalle indagini emergono nuovi dettagli. Uno, per esempio, sarebbe quello del messaggio inviato da Sabrina all’amico Ivano trenta minuti dopo l’assassinio della cugina Sarah: il telefonino di Sabrina alle 15.19 del 26 agosto, ha agganciato una cella telefonica, che ricade nel Comune di Nardò, in località “Fattizze”. Si tratta della stessa cella che capta il segnale del cellulare di suo padre Michele, il quale in un interrogatorio ha dichiarato agli inquirenti che, a quell’ora, stava nascondendo il cadavere della nipote nel pozzo in contrada “Mosca”.
Al contrario Sabrina – durante l’interrogatorio del 15 ottobre scorso – ha affermato che, in quel momento, si trovava con l’amica Mariangela. Tuttavia, il cellulare dell’amica, alla stessa ora di quel pomeriggio del 26 agosto, secondo gli investigatori, è stato agganciato da un ripetitore telefonico diverso da quello che capta il segnale del cellulare di Sabrina.
Serena Marotta