“So che a Palermo, come anche in tutta la Sicilia, non mancano difficoltà, problemi e preoccupazioni: penso, in particolare, a quanti vivono concretamente la loro esistenza in condizioni di precarietà, a causa della mancanza del lavoro, dell’incertezza per il futuro, della sofferenza fisica e morale e, come ha ricordato l’Arcivescovo, a causa della criminalità organizzata”. Il Papa ha invitato tutti a seguire l’esempio eroico di don Pino Puglisi (è in corso il processo di beatificazione), il sacerdote ucciso dalla mafia nel 1993. Più tardi, alla Cattedrale, ha esortato il clero siciliano ad imitare l’esempio di don Pino Puglisi: “Aveva un cuore che ardeva di autentica carità pastorale”, ha detto ricordandone il barbaro assassinio.
Poi l’incontro con i giovani al Politeama. “Voglio partire non da un ragionamento, ma da una testimonianza – ha detto il Papa – una storia vissuta e attualissima. Penso che tutti voi sappiate che sabato 25 settembre scorso, a Roma, è stata proclamata beata una ragazza italiana di nome Chiara, Chiara Badano. Vi invito a conoscerla: la sua vita è stata breve, ma è un messaggio stupendo. Chiara è nata nel 1971 ed è morta nel 1990, a causa di una malattia inguaribile. Diciannove anni pieni di vita, di amore, di fede. Due anni, gli ultimi, pieni anche di dolore, ma sempre nell’amore e nella luce, una luce che irradiava intorno a sé e che veniva da dentro: dal suo cuore pieno di Dio!”. E ancora: Rosario Livatino, il magistrato ucciso dalla mafia, e don Pino Puglisi. “Giovani di Sicilia non cedete alle suggestioni della mafia”.
Infine un fuori programma: l’omaggio al giudice Giovanni Falcone sul luogo della strage, a Capaci, lungo la strada dell’aeroporto, prima di prendere l’aereo e rientrare a Roma.
Serena Marotta