Peschereccio mitragliato, pm: “Tentato omicidio”

(Ansa)

È rientrata stamattina a Lampedusa “L’Ariete”, il motopeschereccio di Mazara del Vallo, che ieri è stato attaccato da una nave libica: nessun ferito tra gli uomini dell’equipaggio. Intanto la Procura di Agrigento ha aperto un’inchiesta contro ignoti per tentato omicidio plurimo aggravato e danneggiamento di navi.

A bordo della motovedetta libica, che ha prima intimato l’alt via radio e poi ha sparato contro il peschereccio siciliano, c’erano sei militari italiani della Guardia di Finanza. L’assalto, secondo quanto riferito, sarebbe avvenuto a circa 30 miglia dalle coste libiche, all’interno del Golfo della Sirte. Una zona che Gheddafi continua a considerare di propria competenza, nonostante le norme del diritto marittimo internazionale.

Mentre dalla Libia arrivano le scuse per quello che è successo, in Italia si apre la polemica. Il ministro Roberto Maroni, che ha aperto un’inchiesta per accertare i fatti, avanza l’ipotesi dell’incidente. “Era evidente chi fossimo: dei pescatori italiani. Glielo avevo detto prima dell’attacco”, è la replica di Gaspare Marrone, capitano del peschereccio mitragliato. Per il ministro degli Esteri, Franco Frattini, il capitano del peschereccio “sapeva di pescare illegalmente”.
Intanto il presidente del consiglio Cei per gli affari giuridici e vescovo di Mazara del Vallo, monsignor Mogavero si dichiara preoccupato per l’inerzia del Governo. E aggiunge: “Noi siamo molto preoccupati per la facilità con cui si mette mano alle armi e si attenta alla vita delle persone”.
Serena Marotta

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