Si potrebbe dire, quindi, che la qualità del prodotto è garantita già dal fatto che le aziende che lo producono hanno richiesto tale marchio, scegliendo di mostrare l’autenticità dei materiali e la qualità della lavorazione anzichè esibire esclusivamente il marchio “Made in Italy“, un marchio che, seppur prestigioso, appare comunque molto generico.
Maria Grazia Cerini, direttore del Centro Tessile Cotoniero di Busto Arsizio, ha spiegato che il marchio Made in Italy è un etichetta che può essere apposta anche su prodotti che non sono stati totalmente prodotti in Italia o su prodotti che, seppur realizzati in Italia, sono stati creati da mani non italiane. Il certificato di tracciabilità, invece, spiega all’acquirente da dove proviene il prodotto nel dettaglio.
Il certificato è stato consegnato dal presidente della Camera di Commercio di Varese Bruno Amoroso che, rivolgendosi alle 20 aziende, ha affermato: “il vostro è un esempio di perspicacia e capacità operativa“.
Per il momento le imprese che hanno ottenuto questo certificato sono circa settanta in tutta Italia. La maggior parte, ovviamente, sono tutte aziende che si trovano nel varesino, la zona dove del resto questa certificazione è nata. Altre aziende che sono riuscite ad ottenere questa certificazione si trovano anche nella zona di Perugia e riguardano soprattutto il settore delle calzature.