La Nutella, crema al cioccolato gianduia nata il 20 aprile del 1964, simbolo di costume e made in Italy, ma soprattutto buona, rischia di venire danneggiata dalle discussioni che in questi giorni il Parlamento europeo sta affrontando in materia di etichettatura alimentare.
Il principio è certamente ottimo: informare i consumatori sulle quantità di glucidi, sale, grassi, grassi saturi e calorie contenute sui prodotti e indicare le giuste quantità da assumere al giorno, in modo da salvaguardare la salute.
Ma nel caso della Nutella, come di molti altri dolci, le cose potrebbero essere un po’ più complicate. Se le disposizioni dovessero passare, i limiti sarebbero posti a quattro grammi di grassi saturi, dieci grammi di zucchero e due milligrammi di sale per ogni cento grammi di prodotto. E quale dolce non supera questi limiti? Trovarne uno al di sotto della soglia è un’impresa alquanto ardua.
E che dire degli altri prodotti tipici italiani come il pecorino e il grana padana, per esempio, che di sale ne hanno per ovvi motivi oltre la soglia?
La Nutella, come ogni altro prodotto, se in giusta quantità, non fa male, anzi molto spesso risolleva una giornata storta e le dà un colore diverso. È un piccolo peccatuccio che mette allegria e dà il sorriso.
Dunque, “toglietemi tutto, ma non la Nutella!”. E anche Facebook, il social network per eccellenza, si sta muovendo a difesa della crema al cioccolato più famosa al mondo. I fan si sono uniti a fronte comune al grido di “nessuno tocchi la Nutella” e hanno aderito in massa agli svariati gruppi che difendono il prodotto.
Anche dal mondo politico sono arrivate le proteste a favore della Nutella: il vice ministro della Lega Nord, per esempio, Roberto Castelli, ha fondato un comitato a tutela dell’azienda, ma non è il solo. Perché si sa, di fronte a ciò non c’è suddivisione politica che tenga.
Antonella Gullotti
Il pupetto è sommerso dalla cioccolata: che candore e che candida visione di innocenza, facciamoli ingrassare dei grassi contenuti, etc.A chi non lo sa, che male fa!