La campagna dal nome QuitFacebookDay.com, promossa da due giovani canadesi, Joseph Dee e Matthew Milan, puntava alla cancellazione del proprio profilo e dei propri dati dal sito in questione da parte del maggior numero possibile di Facebook-dipendenti.
Ma su oltre 540 milioni di iscritti al social network più amato, discusso e criticato del momento, solo 34 mila hanno finora aderito all’iniziativa. A malapena lo 0,01% ma alcuni sostengono che la ragione sia da ricercare nella scarsa pubblicità dell’iniziativa, pochissimi ne erano infatti a conoscenza.
Le motivazioni di chi ha abbandonato sono svariate, la più condivisa riguarda il malcontento circa le regole sulla privacy adottate dal social network, dopo una serie di critiche e polemiche sollevate non solo dagli utenti, ma anche dalla stampa e dai politici.
Le ultime parole, o meglio, gli ultimi post lasciati dagli utenti che hanno abbandonato il social network, erano sia di ringraziamento per la possibilità che questo mezzo offre di incontrare vecchi amici ma anche di disillusione perché, in fondo, si diventa “amici” su Facebook ma poi neanche ci si saluta per strada.
E c’è già chi ha pensato di raccogliere tutte le persone deluse da Facebook in un altro contenitore virtuale, un social network decentralizzato chiamato Diaspora che partirà entro quest’estate e chi, invece, suggerisce alternative al controllo indiscriminato dei nostri gusti e delle nostre abitudini da parte delle aziende attraverso Facebook, ovvero, sovraccaricare di informazioni la rete, iscrivendosi a qualunque gruppo o cliccando qualunque elemento, tanto per confondere le idee insomma.