I feretri dei due commilitoni erano stati rimpatriati mercoledì con un aereo dell’Aeronautica militare e successivamente trasferiti presso il Policlinico Militare Celio, dove era stata allestita la camera ardente. Nella Chiesa stracolma di gente, accanto alle bare avvolte dal tricolore (con sopra la fotografia e il cappello da alpino) i familiari dei due militari e il primo caporal maggiore Gianfranco Scirè, rimasto ferito assieme al caporale Cristina Buonacucina: Scirè ha presenziato alle esequie solenni su una sedia a rotelle, a causa della frattura alla tibia riportata nell’esplosione.
Hanno partecipato alla cerimonia, oltre ai numerosi militari in rappresentanza delle Forze Armate, anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il premier Silvio Berlusconi e i presidenti del Senato e della Camera, Renato Schifani e Gianfranco Fini. Prima delle esequie quest’ultimo e il premier Berlusconi e si sono stretti la mano e hanno parlato per alcuni minuti dopo le controversie dell’ultimo periodo.
Durante l’omelia monsignor Vincenzo Pelvi ha affermato che il sacrificio di Massimiliano e Luigi non è stato vano e che bisogna irrobustire la coscienza nazionale, la solidarietà e la fiducia nell’azione umanitaria. I feretri di Ramadù e Pascazio, accompagnati da un caloroso applauso, sono stati condotti a spalla fuori dalla basilica da alcuni commilitoni.