Molto probabilmente la Tares verrà rinviata un’altra volta, dopo che con il decreto legge n. 35 del 2013, era stata decisa la sua introduzione a partire da dicembre 2013. La nuova tariffa che dovrebbe sostituire le vecchie Tia e Tarsu sui rifiuti, comporterà un aumento di imposizione dal 20 per cento.
Ma la commissione Ambiente della Camera dei deputati ha espresso parere favorevole a “differire, almeno al 2014, l’entrata in vigore a regime del nuovo tributo Tares”, per avere più tempo nel revisionare la disciplina normativa relativa ai criteri di calcolo del nuovo tributo sui rifiuti.
Anche le numerose associazioni di consumatori avevano criticato lo slittamento del pagamento Tares, perchè a dicembre 2013, oltre all’Imu e all’Irpef, si aggiungerà il conguaglio della Tares, e soprattutto Federconsumatori punta il dito contro i rincari, stimando un aumento medio di 45,75 euro.
Anche secondo Guglielmo Loy, segretario confederale Uil, dice che “il rinvio della Tares non risolve il cosiddetto ingorgo estivo, perché a dicembre tra saldo Tares e Imu 2013, il peso per le famiglie sarà di oltre 14,7 miliardi di euro”, mentre Federproprietà dice che «il rinvio del pagamento della Tares a dicembre non rassicura sull’applicazione di un’imposizione non conforme alle norme che dovrebbero regolare la formazione tributaria, alla luce dei principi costituzionali».
Ricordiamo che sono esentati dal pagamento le aree scoperte pertinenziali o accessorie a locali tassabili e le aree comuni condominiali, vale a dire quella destinata al servizio del bene principale o che abbia con lo stesso un rapporto oggettivamente funzionale.
La Tares dovrà essere corrisposta in base a tariffa riferita all’anno solare e commisurata alle quantità e qualità medie ordinarie di rifiuti prodotti per unità di superficie. La tassa è composta da una parte fissa, in base alle componenti essenziali del costo del servizio, e da una parte variabile, rapportata alle quantità di rifiuti conferiti, al servizio fornito e all’entità dei costi di gestione.