In questo articolo andremo a parlare dei buoni lavoro Inps utilizzati per il pagamento di prestazioni di lavoro occasionale, argomento sul quale è intervenuta l’ultima riforma del lavoro del ministro Elsa Fornero.
I buoni lavoro presentano alcuni limiti in termini di retribuzione, in quanto il compenso non può essere superiore a 5 mila euro all’anno, con riferimento alla totalità dei committenti, mentre le prestazioni di natura occasionale svolte a favore di imprenditori commerciali o professionisti, non possono superare i 2.000 euro annui. Il settore agricolo ha invece una regolamentazione diversa, e il lavoro occasionale accessorio è ammesso per aziende con volume d’affari superiore a 7.000 euro per pensionati e giovani con meno di venticinque anni d’età.
Le attività possono essere svolte e retribuite con questi voucher da qualsiasi soggetto, disoccupato, inoccupato, lavoratore autonomo o subordinato, full-time o part-time, pensionato, studente.
Ebbene, ricordiamo che i buoni lavoro Inps cartacei che non sono utilizzati, possono essere rimborsati, previa richiesta del datore di lavoro presso le sedi Inps competenti, utilizzando il modulo Mod. SC52, e avverrà al netto della quota di gestione di competenza del concessionario che è pari al 5 per cento, a titolo di rimborso spese. I voucher vanno riconsegnati integri e non compilati, allegando anche la copia del bollettino di versamento. L’Inps rilasciarà al richiedente un bonifico per il loro controvalore, a favore dell’interessato.
Non si può ottenere comunque il pieno rimborso dei voucher Inps non usati, infatti il datore di lavoro si vedrà restituire:
- 9,50 euro per il buono lavoro da 10 euro
- 19,00 euro per il buono lavoro ‘multiplo’ da 20 euro
- 47,50 euro per il buono lavoro ‘multiplo’ da 50 euro