Andare in pensione è sempre più difficile, così come lo è altrettanto trovare un lavoro per i giovani laureati.
Riscattare la laurea significa pagare all’Inps quella somma di denaro che si sarebbe dovuto versare durante gli anni di studio al posto di andare all’università, il contribuente avesse lavorato. Condizione d’obbligo, ovviamente aver conseguito il titolo di studio, mentre sono esclusi dal riscatto i periodi di iscrizione fuori corso e i periodi già coperti da contribuzione obbligatoria o figurativa o da riscatto.
Si possono riscattare i diplomi universitari ottenuti con corsi di durata non inferiore a due anni e non superiore a tre; quelli non inferiori a quattro e non superiore a sei anni, i diplomi di specializzazione di durata non inferiore a due anni, i dottorati di ricerca e infine i titoli accademici come Laurea specialistica (LS), al termine di un corso di durata biennale cui si accede con la laurea. Gli interessati devono comunque tenersi sempre aggiornati in materia pensionistica, visto che ultimamente anche i contributi Inps sono stati oggetto di novità.
Dal 2008 il riscatto è disponibile anche agli inoccupati con un onere suddivisibile fino a 120 rate senza interessi, dando la possibilità di dilazionare il pagamento in dieci anni, ferma restando la scelta di estinguere il debito in un tempo minore. Il riscatto è deducibile con una percentuale del 19 per cento sull’Irpef.
Per i periodi antecedenti al 31 dicembre 1995 si applica quanto previsto dall’articolo 13 della legge 12 agosto 1962, n. 1338 (riserva matematica) mentre per i periodi successivi al 31 dicembre 1995 si applica l’aliquota contributiva vigente alla data di inoltro della domanda di riscatto, .
Il cittadino può presentare la domanda di riscatto accedendo al sito ufficiale dell’Inps (dove è possibile anche effettuare un calcolo provvisorio) all’indirizzo www.inps.it seguendo il percorso Per tipologia di utente > Cittadino > Riscatto di laurea.