Il ministero del Lavoro tramite un decreto ha deciso di allentare la pressione sul contrasto alle false partite Iva, rivolte a quei lavoratori che vengono obbligati ad aprire una posizione Iva per mascherare da lavoro autonomo posizioni di lavoro che sono in realtà di collaborazione coordinata e continuativa o anche di lavoro subordinato. Eventuali controlli potranno avviarsi dal 18 luglio 2014, quindi dopo due anni dall’entrata in vigore della riforma del lavoro.
Se i parametri di controllo sono invece la durata della collaborazione e la postazione fissa, la prima verifica non potrà essere effettuata prima del 2015, e sempre la circolare spiega che se la prestazione nel biennio è resa in forza a più incarichi non coincidenti con il mese, la durata di oltre 8 mesi va tradotta in almeno 241 giorni.
Si tratta in teoria di una ottima iniziativa promossa dal ministro Fornero, anche se ci sarà un’introduzione graduale della normativa. Infatti dagli accertamenti saranno esclusi gli iscritti a un ordine professionale e coloro i quali sono in possesso di una specifica competenza in relazione con la mansione svolta, che può derivare dal possesso di una laurea o di un diploma di scuola superiore, liceo o istituto professionale, che lascerà immutata la situazione di molti lavoratori. Sempre a dicembre era stato deciso che per la partita Iva non è previsto nessun rimborso per il soggetto non residente.
Nel 2013 non ci sarà una riduzione di queste attività perché si rischierebbero dei cambiamenti troppo bruschi, considerato che ad aprile c’è stato un brusco calo delle partite Iva, ma si spera che nei prossimi mesi vi siano altre precisazioni per capire cosa attende tali lavoratori e come devono provvedere per mettersi al sicuro.