La Camera ha approvato il DDL C. 5534-bis-A recante «Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2013)» che passa all’esame del Senato. Entro venerdì la legge di stabilità 2013 dovrà essere convertita in legge e sarà l’ultimo atto del Governo Monti. Dovrebbe essere approvata il 21, in modo tale che il giorno successivo il Capo dello Stato potrà sciogliere le Camere.
Prima di tutto è stata decisa la gratuità delle ricongiunzioni contributi. Un atto dovuto per tutti quei lavoratori del pubblico impiego che prima del 31 luglio 2010 hanno cessato l’attività nel settore pubblico passando a quello privato ma che si sono visti chiedere il pagamento di somme ingenti per ottenere la somma dei versamenti e l’attribuzione della pensione. Ora per circa 17.500 lavoratori tale passaggio sarà (giustamente) gratuito.
E’ stata poi annullata la trattenuta del 2,5 per cento sul trattamento di fine rapporto dei dipendenti pubblici e saranno versati altri 800 milioni di euro per rendere gratuite le ricongiunzioni contributi, portando l’ammontare complessivo delle risorse a 1,7 miliardi di euro. La Cgil ha espresso grande soddisfazione per l’arrivo dei nuovi fondi per la Cassa dichiarando che sono “frutto della nostra mobilitazione”.
Ma la legge di stabilità cambia in corso, e diversi esponenti stanno accelerando i tempi per introdurre più emendamenti possibili. Il Pdl punta invece a salvare le pensioni d’oro della pubblica amministrazione anche se Cinzia Bonfrisco ha dichiarato che la legge “punta a rimediare a un errore e vale solo per le figure apicali dello Stato”.
Infine, per quanto riguarda il taglio delle Province se ne riparlerà, forse, tra un anno. Dopo aver annullato la conversione in legge del decreto che riduceva le province da 86 a 51, il Senato ha rinviato la parte della manovra che prevedeva di trasferire ai comuni le funzioni oggi svolte dalle province.