La Tobin Tax risparmierà le aziende italiane. La decisione è compresa nell’emendamento del governo al ddl Stabilità, che ha tenuto conto dei suggerimenti della Consob, istituzione che si occupa della stabilità e della competitività del sistema economico e finanziario italiano.
Le nuove modifiche alla tobin tax saranno applicabili dal primo luglio 2013 e potrà arrivare fino a un massimo di 100 euro per i derivati non quotati sui mercati regolamentati, mentre per le operazioni effettuate sui mercati regolamentati l’imposta fissa sarà ridotta a un quinto.
La Tobin Tax è stata fissata allo 0,10 per cento sulle azioni italiane e sui certificati rappresentati, tariffa che sale allo 0,20 per cento quando la transazione è effettuata al di fuori dei mercati regolamentati e solo per il 2013, le aliquote salgono di 2 centesimi, rispettivamente allo 0,22 per cento e allo 0,12 per cento.
L’Italia accetta dunque l’introduzione della Tobin Tax, e l’imposta colpirà le transazioni su azioni italiane o certificati rappresentativi, quotati o scambiati e i titoli devono essere riconducibili a società con una capitalizzazione di borsa superiore a 500 milioni di euro, quindi le azioni e i certificati inferiore ai 500 milioni di euro, sono escluse dall’imposta. Anche le azioni di nuova emissione non saranno soggette alla Tobin Tax.
Si salvano anche il forex, i derivati su tassi di interesse e quelli su materie prime, ma anche Etf, Etc, quote di fondi comuni di investimento, sicav, polizze assicurative, obbligazioni e titoli di stato.
La tassa è a carico del compratore per le transazioni azionarie, mentre compratore e venditore pagano la tariffa fissa sui derivati. Il soggetto passivo può essere residente o non residente nel territorio dello Stato.