Tra novembre 2011 e giugno 2012, ci sono stati 32 miliardi in meno per le aziende, a causa della contrazione del credito, il quale è sceso da 1.015 a 983 miliardi di euro e allo stesso tempo i tassi di interesse sui prestiti sono aumentati. L’Italia per l’accesso al credito si colloca alla 104ma posizione su 185 paesi presi in esame, mentre la Francia e’ 53ma e la Germania 23ma. Inoltre da luglio 2011 ad agosto 2012, i tassi medi sui prestiti di grandi dimensioni sono aumentati di oltre mezzo punto.
Altro dato significativo è il seguente: solamente il 15,7 per cento delle imprese del terziario nel terzo trimestre del 2012 si e’ rivolto alle banche per chiedere un prestito, arrivando ai minimi dal 2008. Invece la percentuale delle imprese del terziario che ha avuto finanziamenti è appena il 4,9 per cento, un dato allarmante.
Come se non bastasse ci si mette anche la burocrazia: per compilare le pratiche fiscali le imprese impiegano in media 36 giorni lavorativi all’anno, il 76 per cento in più della media Ue. Ma ancora più grave è il fatto che aprire un’attività costa in Italia il 18,6 per cento del reddito pro-capite, contro una media Ocse del 5,6 per cento.
Il debito che le amministrazioni pubbliche detengono nei confronti delle imprese e’ di 95 miliardi di euro, facendo salire l’Italia al primo posto nella classifica per i tempi di pagamento della pubblica amministrazione con 186 giorni di attesa media.
Continua anche la contrazione del credito al segmento privato, diminuito dello 0,8 per cento. I finanziamenti alle società non finanziarie sono calati del 3,2 per cento in un anno con una maggiore contrazione in confronto al -1,9 per cento di agosto.