Il Ministero della giustizia ha reso noto (e a confermarlo è stato anche il Miur, il Ministero dell’Università e della ricerca) che il tirocinio professionale è stato ridotto a 18 mesi ed è retroattivo. Il Ministero con la nota del 27 settembre ha fornito dei chiarimenti circa l’interpretazione dell’articolo 9, comma 6, della Legge n. 27/2012.
Il Miur informa che per i primi sei mesi il tirocinio potrà essere svolto anche durante lo svolgimento dell’Università, e poi si dovrà continuare a svolgere il praticantato presso uno studio professionale anche dopo l’ottenimento della laurea e per almeno dodici mesi.
Si tratta di una decisione presa per aiutare i giovani laureati a entrare prima nel mondo del lavoro. Come tirocinio ricordiamo che ne fanno parte la pratica forense, la pratica commercialista e tutti gli altri tirocini necessari per l’accesso alla professione.
Come accennato, la riforma è retroattiva dal 24 gennaio 2012, e ciò favorisce lo svolgimento dell’esame di abilitazione professionale a un numero maggiore di candidati.
I praticanti devono osservare gli stessi doveri e norme dei professionisti e sono soggetti al medesimo potere disciplinare.
L’attuazione delle norme sulle professioni arriverà con il Regolamento per la riforma degli ordinamenti professionali, ma già criticato dal Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori , che considerano il tirocinio uno spreco di tempi e costi e sulla stessa lunghezza d’onda anche il Ester Perifano, dell’associazione nazionale forense, che ha dichiarato la nuova norma “una vittoria del buon senso”.
Rimane da chiedersi se questo decreto aiuterà realmente i giovani a crearsi un maggiore spazio nel mondo del lavoro.